C'è un gol che non si è visto fisicamente allo Speroni domenica e non poteva quindi portare ai tre punti che avrebbero fatto tanto comodo (e morale), ma forse è più importante. È quello della fiducia dei tifosi verso i ragazzi.
Goffo e inutile sarebbe nascondersi la verità: gran parte del girone d'andata ha registrato la preoccupazione e le critiche, anche aspre, dei sostenitori biancoblù. La strada giusta costantemente indicata dall'allenatore Luca Prina non sembrava palesarsi, anzi la direzione appariva talvolta a zig zag e con pericolose mete possibili, tra cui il precipizio della retrocessione.
La svolta nell'azione, nella maturità e nei risultati si è vista contro la Pergolettese, ma lì era facile rallegrarsi con la vittoria. Anche nella trasferta contro l'Albinoleffe, gasato a mille nel suo nuovo stadio, quel punto portato a casa è stato fondamentale, ma ancor più apprezzato l'atteggiamento.
Insomma, la strada ora aveva qualche indicazione più chiara. La questione era: con la ripresa del campionato, si sarebbe mantenuto questo approccio o si rischiava di incappare in un nuovo smarrimento?
Arriviamo dunque a Pro Patria-Piacenza. Nel salvadanaio della classifica, medesimo tesoretto dell'andata: un punto. A settembre erano girate un po' le scatole, per essersi fatti riprendere con un 1-1. Domenica 23 gennaio è finita 2-2 e gli avversari ci hanno ripigliato due volte, con rammarico dichiarato e percepito tra i tigrotti.
Ma questa non è nemmeno l'apparenza: è la lettura superficiale che può fare chi si è limitato a controllare il risultato dopo. Al netto della sfortuna e degli sbagli, i tigrotti hanno conquistato quella terza rete invisibile, che è un giudizio sulla gara ben diverso rispetto al passato da parte dei tifosi.
Nei commenti condivisi dal pubblico, spiccano toni cambiati. Ne prendiamo alcuni: «Risultato ingiusto. Autorete e rigore contro molte occasioni». Oppure, di fronte anche a giocatori inseriti ex novo o in diversi ruoli per costrizioni che si sono rivelate invece interessanti. « Non han fatto peggio dei vecchi, anzi giocatissimo match! - dice un'altra voce - Speriamo si continui su questa linea!».
È fiducia che cresce verso i ragazzi. Verso l'allenatore, il termometro è ancora incerto. A picco, è quello della società: ieri gli ultras le hanno cantate, la preoccupazione però è diffusa. La paura di ritrovarsi nella nebbia totale, nel buio che troppe volte la Pro Patria negli anni ha sperimentato. Entro il 31 gennaio si saprà se le strade dei tigrotti e del consorzio Sgai resteranno unite o no.
L'unica certezza è che questi tigrotti, nel loro cercare di avanzare in un contesto così fragile, ce la stanno mettendo tutta. Domenica, i tifosi vicini e lontani l'hanno colto e apprezzato. Devono riuscire a mantenere quell'ardore in campo e quel sangue freddo fuori che fanno la differenza: facile a dirsi, tanto più considerando che sono così giovani. Ma basta guardare dentro gli occhi di un Ferri o di un Ghioldi: sappiamo che ce la possono fare.