C’era una dozzina di persone in attesa, a metà mattina, davanti all’Anagrafe di Busto Arsizio. Le “solite” code che si creano sul marciapiede, davanti all’ingresso dell’ufficio comunale.
Da qui intende partire Mario Cislaghi, neo-assessore al Personale, che questa settimana si è insediato nell’ufficio che si affaccia sull’atrio delle vedute di Palazzo Gilardoni.
In realtà, in questi giorni l’esponente della giunta Antonelli non è rimasto alla scrivania, ma si è mosso tra i vari settori del municipio. «Ho deciso di riprendere con le vecchie abitudini – dice Cislaghi, che si era già occupato del Personale nella seconda amministrazione Farioli – e ho iniziato a girare negli uffici insieme al dirigente. Intendo ascoltare le diverse esigenze. Poi, dopo le valutazioni tecniche, ci saranno quelle di tipo politico da parte della giunta».
Nel frattempo, l’assessore ha già avuto da parte del dirigente un quadro della situazione, tra “arrivi e partenze”, mobilità e così via. «Per via del rispetto di alcuni parametri – spiega – il nostro viene considerato un Comune virtuoso e, mantenendo questa caratteristica, ci saranno maggiori possibilità di assumere. Nei prossimi giorni si terrà un nuovo concorso grazie al quale cercheremo di intervenire a beneficio delle situazioni più critiche. Poi, con il piano assunzioni 2022-2023, dovremo fare un ragionamento complessivo».
La priorità, come detto, andrà ad anagrafe e stato civile. «Le code non sono tollerabili per i cittadini, soprattutto adesso che inizia a fare freddo – ammette Cislaghi –. Il problema va risolto per forze e bisogna intervenire su tutti gli uffici a contatto con il pubblico, compresi i servizi sociali. Più avanti visiterò insieme al dirigente anche Polizia locale e settore educativo».
La situazione, insomma, è complessa e l’emergenza tocca più settori, come è tornato a segnalare anche il sindacalista di Adl Fausto Sartorato (leggi qui).
Cislaghi, a sua volta un ex sindacalista, ne era ben consapevole: «C’è tanto da fare, ma sono contento di essere qui – afferma –. Conosco il personale e confido di trovare una soluzione per loro. Bisogna capire perché negli ultimi anni diversi lavoratori hanno deciso di andare altrove, per cercare di invertire questo trend. Qui, effettivamente, i compensi non sono particolarmente alti. Inoltre, a vincere i concorsi sono anche persone che abitano fuori Busto e che, quando possibile, decidono di avvicinarsi a casa».
Anche lavorare in condizioni complicate a causa della carenza di organico può indurre il personale a sposarsi in altri Comuni? «Può essere, i fattori possono essere diversi», riflette Cislaghi.
Di certo l’intenzione è quella di intervenire a beneficio anche del pubblico. A tal proposito, l’assessore smentisce categoricamente le voci circolate nelle scorse ore relative alla presunta chiusura della sede di Borsano dell’anagrafe. «Abbiamo ricevuto alcune chiamate da parte di cittadini preoccupati – rivela –. Tranquillizzo sul fatto che non ci sia nulla di vero. Vogliamo potenziare il servizio, non certo ridurlo».