L'ha evocato Lorenzo Saporetti a Stadio Aperto, quello Speroni (LEGGI QUI). Serie D, voglia di risalire a tutti i costi, davanti al proprio pubblico. Per Pro Patria-Darfo Boario, maggio 2018, gli spettatori superavano quota 2.300. Che atmosfera, diceva il "Sapo" riferendosi alle foto e ai racconti dei compagni che c'erano quel giorno.
Allora si borbottava comunque (fa parte delle consuetudini locali) di essere in pochi e si guardava agli anni precedenti con nostalgia. Eppure se operiamo il confronto con i numeri attuali da post emergenza Covid, la demoralizzazione è in agguato. La ferita è stata particolarmente dolorosa nella partita contro il Padova, lo ricordiamo: poco più di 500 spettatori, uno su cinque era veneto (LEGGI QUI).
Adesso, però, non è tempo di autoflagellazione. Su questo tema ci si è confrontati abbastanza in questo periodo ed è il momento dei fatti. L'aspetto rilevante è che si sta seminando. Lo sta facendo la Pro Patria, ripristinando gli abbonamenti e una serie di formule per le generazioni più giovani e quelle con qualche anno in più. Ma non è sola. Ci sono gli amici anche ufficiali come l'associazione Tigrotto 1919 che sta coinvolgendo diversi mondi, dal commercio al sociale con l'aiuto della mascotte. Un messaggio importante, quello che manda con le sue azioni, insieme alla società: questo è calcio, questo è un simbolo della città, connesso con le sue origini e la sua crescita. Si guarda una partita, si aiuta a scegliere e premiare il calciatore di domani tra i giovanissimi, si può anche contribuire a rendere migliore Busto e il suo tessuto sociale con progetti di solidarietà.
Oggi, domenica 17 ottobre, è il giorno perfetto per cominciare a ripartire: sembrano due verbi che cozzano insieme, ma è un modo di dire dovuto alla consapevolezza che la ripartenza è processo lungo e la semina richiede pazienza.
Oggi è il giorno perfetto, perché arriva il Südtirol di Ivan Javorcic, ma anche di Giovanni Zaro (LEGGI QUI). E proprio Giovanni ha completato le sensazioni tracciate da Saporetti sulla base della sua esperienza personale: lui c'era, quel 6 maggio 2018.
Troppo facile, era la partita della promozione? Chiaro, ma i ricordi ci portano anche a quella che non è stata proprio una cavalcata indisturbata, anzi ci rammentiamo i momenti a terra. I tigrotti ci hanno creduto, hanno costruito la loro rimonta e quella domenica l'aria si tagliava con il coltello, perché comunque c'era la paura, la tensione che veniva dalle scottature del passato.
Oggi sarà una giornata ricca di suggestioni, oltre che una prova fondamentale per la Pro Patria assieme alle altre prossime imminenti sfide a caccia di punti e fiducia. Domenica perfetta, sfida interessante, orario vecchio stile, meteo benevolo. La speranza è che già qualche volto in più torni ad affacciarsi allo Speroni.
Ma poi, non sogniamo niente: neanche uno stadio così, come nella foto di Daniele Belosio con pubblico quattro volte tanto. Chi se ne frega dei sogni adesso. Seminiamo, piuttosto: è alla portata di tutti, perché ciascuno può contribuire, a modo proprio. Naturalmente a un patto: che si continui a credere che anche la Pro Patria siamo noi, che questo calcio fa parte dell'attualità, oltre che della storia di Busto, e può renderla migliore.
In caso contrario, nessun problema: si dica e si mostri che non importa niente. Sarebbe, tuttavia, curioso e forse anche necessario capire a cos'altro appassionarsi, attorno a quali simboli oggi creare identità e aggregazione. Perché tutta questa abbondanza nel presente di Busto non è proprio visibile. E dopo quello che abbiamo passato in questi due anni, di aggregazione e passione comune abbiamo disperatamente bisogno. In fondo, è per questo che sarebbe bello vedere lo Speroni riempirsi ancora di volti e di futuro. La Pro Patria ha bisogno dei bustocchi, certo: forse però i bustocchi hanno bisogno anche della Pro Patria, che vogliano ammetterlo o no.