«Mister, bentornato a casa!». Al Pro Patria Museum si è radunata una folla allenata ai distanziamenti, ma quelli del cuore non esistono. Dopo la partita (LEGGI QUI), Javorcic si dirige al museo, dove l'aspettano Andrea Fazzari e Mattia Brazzelli Lualdi per il pannello dedicato al podio degli allenatori biancoblù. Pietro Magni, 166 panchine. Imre Ianos Bekey, 158 panchine. Ivan Javorcic, 156.
L'applauso era già scattato all'inizio del match, ora ecco il bis e quel grido che l'emoziona. Vede il grandissimo tifoso della Pro Daniele De Grandis: l'abbraccio, un'immagine ancora più indelebile nella galleria delle emozioni. C'è anche Fiorenzo Magni, nipote di Piero Magni, sul telefonino una collezione di foto e articoli dello zio (nato il 1919 come la Pro Patria) che interpretò tutti i ruoli compreso il portiere in un'occasione. Mattia Brazzelli Lualdi svela il pannello con Andrea Fazzari, che sottolinea: «Javorcic ha detto che è figlio della Pro, tant'è che prima di partire per Bolzano è tornato qui a visitare il museo».
L'ACCOGLIENZA
«È stato un onore, il vostro saluto è indescrivibile, siete stati meravigliosi - commenta Javorcic, emozionato -Ho grandissimo, profondo rispetto per la Pro Patria e la città... Continuate a essere così... Sicuramente un giorno tornerò».
IL DISCORSO DEL MISTE
Poi riceve i doni, come quelli del Pro Patria Club con Giovanni Pellegatta che offre la raccolta dei Tigrottini. E fa conoscenza della mascotte della Pro Patria. Emanuele Gambertoglio gli porge la tessera numero uno dell'associazione Tigrotto 1919.
L'OMAGGIO DELLA MASCOTTE
Fino alla partenza per casa. La sua seconda casa, mister, gli dice Mattia. La prima, non si può più cambiare: è Busto Arsizio.