Non bastava il piazzale della chiesa parrocchiale di Santa Croce per contenere tutte le persone che oggi hanno voluto dire addio a Cristian Tallarida, il giovane di 26 anni scomparso una settimana fa in un drammatico incidente sull’autostrada A4, all’altezza di Cavenago.
Un affetto sconfinato
Il mondo politico, sportivo, sociale e tanti, tantissimi amici di Cristian, quelli d’infanzia e quelli conosciuti nei suoi viaggi, si sono stretti al papà Orazio, consigliere comunale, alla mamma Silvia e al fratello Samuele.
Adagiate sulla bara di Cristian, illuminata da un sole inatteso in questo sabato d’autunno, le sciarpe e le bandiere delle sue squadre del cuore, l’Inter e la Pro Patria, e quelle dei suoi viaggi, con i pensieri e i ricordi degli amici conosciuti in tutto il mondo.
C’era lo striscione dei tifosi della Pro Patria. E quello degli amici di Esn Milano Statale, il network degli studenti Erasmus, esposto a San Siro durante la partita della nazionale. C’era il gonfalone della “sua” Borsanese. I palloncini bianchi e i colori, gli affetti, il mondo di Cristian.
I ricordi di don Silvano
Tutti nella “sua” Santa Croce, la parrocchia dov’era di casa e dove «è cresciuto con tanti amici, con le educatrici Cristina e Claudia», come ha raccontato don Silvano Brambilla, che ha celebrato il funerale insieme al parroco don Antonio Corvi, a don Terenzio Borra e al diacono don Massimiliano Colombo.
Don Silvano, lontano da Santa Croce da undici anni, ha ricordato di aver incontrato qui un giovanissimo Cristian: «Ci siamo conosciuti, amati, scherzati, anche rimproverati. Ma sempre con la gioia nel cuore. E Cristian è e sarà sempre nel nostro cuore».
Poi, durante l’omelia, ha osservato che «Dio ha rivelato le cose più importanti ai più piccoli. E Cristian già da piccolo dimostrava grande serenità e dava molta importanza agli amici. Ma per piccoli si intendono anche le persone umili e semplici. Silvia, Orazio, Samuele – ha detto rivolgendosi alla famiglia – sappiamo dove Cristian ha imparato la sua mitezza, la sua semplicità e anche qualche furbizia. Grazie per averci donato una persona umile e sorridente. Non si dava arie, saltava anche più del necessario, non per essere il primo, ma per essere vicino a tutti».
«Nel cuore – ha proseguito – abbiamo momenti simpatici, qualche volta graffianti, e il suo volto sempre sorridente. La sua umanità gioiosa e serena sarà sempre con noi». Il sacerdote ha ricordato episodi della vita in parrocchia e dei suoi viaggi: «Ha girato tante nazioni, “paesi” come li chiamava lui. Voleva vederli tutti». L’invito è quello di tenere vivo «il tesoro che ci lascia». Con una certezza: «Da oggi la famiglia di Silvia, Orazio e Samuele avrà tanti amici. Tutti vicini e fratelli. Per sempre».
La commozione degli amici e del sindaco
«Ehi coccinella, ma cosa ci combini? – il messaggio di un’amica di Esn Milano –. La morte significa fine, ma con te non può esserci la fine, perché tu sei felicità, sorrisi, risate. Allo stadio ti abbiamo sentito cantare l’inno forte e chiaro. Ti promettiamo che le bandierine che non hai piantato tu le pianteremo noi. Non dimenticheremo mai il tuo sorriso. Esn Milano sei soprattutto tu».
Anche il cugino ha ricordato «l’eterno bambino sorridente innamorato della vita».
«Non ho trovato le parole che potessero consolarvi per la perdita di un ragazzo premuroso, affettuoso, presente», ha detto il sindaco Emanuele Antonelli, caro amico di Orazio, alla famiglia Tallarida. E «da amico» ha evidenziato i messaggi che le persone care di Cristian gli hanno dedicato, ma anche gli striscioni apparsi negli stadi. «Ovunque è stato evocato il suo nome».
«Come sindaco – ha aggiunto – sono orgoglioso di aver avuto un cittadino come Cristian. Tutta la città vi ammira per i valori che avete saputo trasmettergli e per la vostra compostezza nel momento più innaturale. Avete perso Cristian, ma trovato la condivisione dell’intera città. Vorrei che questo fiume d’affetto non si interrompesse. Non dobbiamo permettere che vi sentiate soli».
Un ultimo pensiero ai viaggi di Cristian, di cui tutti venivano a conoscenza anche grazie alle foto che il papà pubblicava su Facebook. «Ora starà fotografando tutti gli angoli del paradiso. Quando vedremo le immagini di un posto meraviglioso, penseremo a lui. Affidatevi alla sua memoria, come lui da bambino, ragazzo e giovane uomo si affidava alle vostre mani. Lo sentirete ancora vicino e non vi lascerà più».
Poi, don Silvano ha chiesto un ultimo, lungo applauso per Cristian, che nessuno avrebbe voluto finisse mai.