Dammi solo un minuto, anzi anche due: ci sono sequenze di questo film in cui la squadra gira come un orologio svizzero nell’area avversaria, con leggerezza sorprendente dopo poche settimane insieme.
Ce n’è una particolarmente avvincente nel primo tempo, a metà tra il gol e il riacciuffare i tigrotti da parte del Renate (LEGGI QUI). Viene voglia di spegnere il pc, si dimentica il caldo che rode il cervello e c’è spazio solo per gli occhi che ammirano questa macchina oliata e silenziosa.
Questi ragazzi giovanissimi, che uniscono forze e idee ai più maturi. Castelli con la sua patente fresca di professionista che sale sul palcoscenico e concede pure il bis, è solo l’esempio visibile. Il mister che guida senza aver bisogno di gridare e sbracciarsi troppo, ma quando esclama a Stanzani, «hai una palla importante», siamo tutti lì a guardarla, sentiamo il peso come lui e poi avvertiamo che scivola via leggero.
Perché qui c’è un gruppo e nessuno è schiacciato. Ancora, nessun proclama, nessuna esaltazione, mica abbiamo fatto ancora qualcosa, ripetiamocelo che non guasta. Però che impressione questo microclima (in barba a quello macro, pestifero) che si è respirato oggi allo Speroni.
Luca Prina poi rivolgerà il plauso ai tigrotti e con semplicità dirà: «Ci sono margini importanti di crescita, starà a me trasmetterli». Nessun peso neanche sulle spalle di Nicco che si carica la maglia dieci di Le Noci e la sua umiltà: «Spero di fare bene e di fare qualche gol. Si sta bene, è un gruppo grandioso».