Felicità, umiltà, fame, entusiasmo, concretezza, senso di appartenenza: sono le parole che si intrecciano nel primo discorso dell'allenatore Luca Prina (LEGGI QUI) alla guida della Pro Patria. Presentato questa mattina dalla presidente Patrizia Testa e dal direttore sportivo Sandro Turotti.
Prima frase: «Faccio i complimenti a mister Javorcic per quello che ha fatto, un patrimonio straordinario». E proprio quello che è stato fatto in questi anni, «è una base importante, che prendo con umiltà - ha proseguito - Non voglio inventare nulla, ma avrò feroce concretezza. Porterò qualcosa di migliorativo, ma figlio del percorso di questi anni. Ho una grandissima fame».
Una delle chiavi è «non perdere di vista l'obiettivo, che è salvarsi - ha ribadito - Nel calcio quello che è stato ieri è già stato dimenticato. L'ieri non c'è più, l'oggi è la ricerca dell'obiettivo della salvezza. Non voglio inventare nulla, ma avrò feroce concretezza».
I moduli? «Sono statici, mentre il calcio è dinamico» E ha rimarcato come l'allenatore oggi sia cambiato, molto più manageriale: «In questi anni i nomi vengono bruciati, non viene data più l'opportunità di sbagliare». Tra gli allenatori che cita come ispiratori, prima di tutto Sottile, poi cita altri nomi tra cui Sannino e il suo temperamento.
Lo scorso gennaio, ha toccato il tema pandemia in un'intervista a Biella: su come l'emergenza avrebbe dato se non altro l'opportunità, di azzerare e ripartire mettendo al centro i giovani: «Sì, è nei momenti di difficoltà che i valori sono fondamentali».
I gironi? «Concentriamoci su di noi» ha detto Prina.
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