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Economia | 30 marzo 2021, 12:05

Matteo Cavelli: «Tessile troppo colpito, servono interventi economici importanti»

Il presidente di Tessilivari chiede dalla decontribuzione della manodopera femminile all'eliminazione dell'Imu sui capannoni non produttivi: «Quante aziende hanno pochi spazi con telai in azione, si riduca l'importa in base al reale utilizzo»

Matteo Cavelli presidente di Tessilivari

Matteo Cavelli presidente di Tessilivari

Il tessile è stato troppo colpito dalla pandemia, con il suo -26% di ricavi. Servono interventi economici importanti. Il presidente della Federazione Tessilivari, il bustocco Matteo Cavelli, ha presentato così delle richieste a favore del settore, partendo da considerazioni sul recente decreto sostegni.

I problemi pressanti

«La situazione del settore tessile è molto simile a i settori più colpiti dalla pandemia quali il turismo, la ristorazione, il mondo dei locali per divertimento inteso sia come locali notturni che attività fisica (palestre, centri sportivi) senza considerare i commercianti che hanno grosse difficoltà nell’intercettare i consumi online - osserva - Il decreto sostegni, attualmente approvato dal governo Draghi, comprende una serie di iniziative che dovrebbero avere una ricaduta sulla collettività ma i cui ritorni, ad oggi, non sono ben chiari. La prima sensazione, sentendo le aziende, è che si tratti di un decreto che non incida in maniera rilevante sull’economia poiché l’allargamento della platea dei beneficiari comporta inevitabilmente risorse in netta diminuzione».

Secondo Cavelli occorre «sia rinsaldare la tenuta economica delle aziende, sia tutelare la manodopera che, una volta persa, danneggerebbe in maniera irreparabile il sistema filiera tessile che è unico al mondo fatto di persone, artigiani, aziende con un know how, un gusto e una capacità creativa che il mondo ci invidia».

Come Federazione Tessilivari si sono presentate delle richieste tramite Confapi nazionale.

Le richieste

La prima è la decontribuzione della manodopera femminile, la più importante numericamente nel settore ma anche la più penalizzata. «Le maestranze di sesso femminile oggi vivono una situazione di difficoltà poiché devono incastrare la famiglia e il lavoro in assenza della riedizione della norma relativa alla proroga congedi retribuiti - osserva Cavelli - Dal lato aziende la manifattura ha bisogno di avere dei contributi su lavoro inferiori per ottenere costi più competitivi e più personale per svolgere le commesse il più velocemente possibile potendo in questo modo premiare anche le lavoratrici con retribuzioni superiori ma costi inferiori per l’azienda».

Poi l'eliminazione dell'Imu dai capannoni non produttivi. Problema che si è accentuato con la pandemia, è quello degli spazi: di solito vasti per le aziende, ma adesso in gran parte «fermi e desolati che però non smettono di rappresentare un costo per l’azienda».

Un esempio: «Una tessitura mi raccontava che su tre sale di tessitura per un totale di 52 telai ne funziona solo una dove sono attivi 15 telai, le altre due ferme da un anno costituiscono un costo Imu che non è eliminabile ma che sarebbe opportuno ridurre in base al reale utilizzo degli impianti che potrebbe essere certificato dal revisore dei conti abilitato». 

Tra le altre richieste, contributi a fondo perduto proporzionali alla perdita di esercizi. Questo con particolare riguardo alle aziende che occupano maestranze made in Italy. Inoltre il pagamento della sola Iva incassata. Infine, crediti di imposta per Ricerca e sviluppo «per continuare ad innovare creando il bello e ben fatto che ci è universalmente riconosciuto».

Federazione Tessilivari e il Consorzio Promozione tendaggio  - dice infine Cavelli -sono poi impegnati a creare un portale, per individuare tutte le lavorazioni e i prodotti tessili made in Italy.

Ma. Lu.

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