«Era la partita che ci aspettavamo». Javorcic, come di consuetudine, non batte ciglio e inizia così a commentare la vittoria della Pro Patria sulla Lucchese. (LEGGI QUI)
Dopo la "spremitura" con il Renate bloccato in pareggio, c'era la possibilità di lasciarsi andare con l'ultima in classifica. Si sono regolati subito i conti, si è respirato ma non troppo, si è rischiato anche nel finale. Però si è portato a casa ciò che conta: i tre punti, la salita al quarto posto, sfiorando il podio. Brignoli conferma la regola tigrotta: più felice del risultato e anzi della continuità che si sta dimostrando come squadra, che del suo gol.
Sì, era una partita che si aspettava il mister, già concentrato sullo scontro con la Pergolettese domenica 21 alle ore 12.30. Ma chissà se si aspettava il delirio festoso allo Speroni, quando il pullman si è avvicinato. GUARDA IL VIDEO
Era un ritorno da campioni. Come se su quel magico bus ci fosse una coppa o giù di lì. Urla, canti, fumogeni che coloravano il cielo. Roba d'altri tempi, viene da dire. No, proprio di adesso.
Di adesso, che la gente della Pro non può entrare nello stadio, non può vedere senza la separazione di uno schermo i suoi ragazzi dare tutto, almeno una cosa può farla.
Dire grazie, di essere così. Uomini seri che insieme stanno provando a scrivere un capitolo di storia, semplice e reale, magari anche per sollevare un po' il morale dei loro tifosi. Sì, è adesso che abbiamo bisogno di campioni come loro.
Forse non si aspettavano un'accoglienza così, ma la meritano tutta. Non importa se fermi la prima in classifica o se torni vittorioso dal match con l'ultima (ed è la prima vittoria a Lucca in 59 anni), quando sei già campione, campione del cuore.
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